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      E si è fino estesa alla Sicilia la leva pel servizio militare.» Ora in tutta questa apologia smaccata, che si estende, con evidente contraddizione dell'egregio scrittore, al censimento dei beni della manomorta ecclesiastica, non c'è di vero che questo: il governo italiano colla forza brutale e non coll'autorità morale, ha saputo imporre alla Sicilia la leva, i balzelli nuovi e la distruzione di alcune industrie. E precisamente per questo in basso, ed oramai anche in alto, si fanno paragoni tra il governo borbonico e il governo italiano, i quali non riescono sempre lusinghieri pel secondo.
      Se il governo italiano mancò alla sua funzione rigeneratrice nella parte vera politica e nella economica, non si mostrò d'altra parte migliore nella amministrativa e nei suoi rapporti coi Comuni, colle Provincie, colle opere pie.
      Se si pon mente ai maggiori poteri che la legge comunale e provinciale del 1865 accordava ai Prefetti nello esercizio della tutela si riconoscerà che la responsabilità del governo fu immensa nella cattiva amministrazione dei corpi locali, nello sperpero del pubblico denaro, nello sfacciato favoritismo verso gli amici ed a danno degli avversarî del partito dominante, negli imbrogli elettorali multiformi, nella iniqua ripartizione delle imposte, nella oppressione dei vinti e dei lavoratori. E questa grande responsabilità del governo, specialmente sotto l'aspetto tributario, a proposito di ciò che avvenne nei comuni di Santa Margherita, di Campobello di Licata, venne esplicitamente assodata dal Cavalieri, ch'è uomo di governo, da Sonnino e Franchetti, da Bonfadini per altri casi e per altri luoghi a centinaia.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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