E la polizia strappa le bandiere, abbatte porte e finestre per violare il domicilio dei Fasci e dei singoli soci, li arresta, li processa, li ammonisce, li manda a domicilio coatto. Questa stessa polizia - forte delle sue pessime tradizioni, della impunità ed anche degli incoraggiamenti dei poteri superiori - sin dal primo accenno al moto sociale dei Fasci mostrò aperta la intenzione di avversarlo in tutti i modi. Esplicazione generale di questa intenzione furono innumerevoli ed arbitrarie perquisizioni domiciliari, inviti altrettanto arbitrarî a cittadini egregi di portarsi in questura o negli uffici della pubblica sicurezza per sentire consigli non richiesti e intemerate villane; contravvenzioni continuate, legali forse, perchè la reazionaria legge di pubblica sicurezza somministra il pretesto per renderle sempre angariche ed odiose; ritiri capricciosi di licenze di minuta vendita; partigiane denegazioni del permesso di portare armi, anche a chi per proprio ufficio non può farne a meno; richieste insistenti e tentativi per avere gli elenchi dei soci dei Fasci, per intraprendere il minuto lavorio di disgregamento mercè le lusinghe, le promesse, le minacce, tra le quali quella efficacissima e terribile dell'ammonizione(72).
I risultati di questi procedimenti sono dappertutto uguali e di doppio ordine: da un lato la gagliarda fibra isolana, reagisce, come sempre, e rende simpatici i Fasci anche a coloro che primitivamente li avversavano, li fa moltiplicare e consolidare; dall'altro le notizie di tante prodezze poliziesche si sparge dappertutto e distrugge l'ultimo avanzo di fiducia che si aveva nelle autorità, infondendo in tutti la convinzione che era vano sperare giustizia da coloro ch'erano preposti a renderla(73).
| |
Fasci Fasci Fasci Fasci
|