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      Ancora: nel processo, come capo temibile della sommossa venne designato il contadino La Placa, cui si rivolse la particolare accusa di avere strappato la baionetta al Maresciallo dei Carabinieri in una colluttazione corpo a corpo. Ebbene il terribile ribelle ricevette due ferite alle spalle in quella colluttazione; sicchè riferendosi alla topografia di tali ferite e al momento in cui il maresciallo asseriva avergliele inferte, il La Placa ingenuamente osservava: Le braccia l'uomo le ha davanti o di dietro?
      La folla aveva tante intenzioni ostili - ed era composta da migliaia di persone! - che dette tempo al suddetto maresciallo di ricaricare la rivoltella per freddare il contadino che a bruciapelo gli aveva tirato un colpo di pistola... Oh! con quanto rigore di logica semplice e irresistibile a chi parlava di fucilate tirate dal popolo, un contadino dalla gabbia esclamò: signor Presidente, i nostri fucili ammazzano! E non uno dei tredici soldati fu ammazzato...
      E della ferocia e delle cattive intenzioni del popolo si ebbe altra prova luminosa. Il maresciallo quando non ebbe più cartucce, credette bene di ricoverarsi in una casa che vide aperta; ivi una trentina di contadini eransi ricoverati per isfuggire al massacro. Lo ebbero in mano inerme, trenta contro uno, e non gli torsero un capello e l'accolsero!
      A Benedetto Salemi, che all'indomani della strage lo interrogò su questo particolare, il maresciallo rispose: Erano tanto impauriti!
      «Fosse stato anche vero, osservò il Salemi, che una trentina di uomini pravi, feroci (come venivano designati) avessero avuto paura di uno disarmato.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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