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      Questo lugubre riassunto dev'essere completato da altri tristi episodî. Il governo italiano che non seppe prevenire, che non si dette il menomo pensiero di una situazione tragica, dispiegò tutta la sua sapienza nel ricompensare i disgraziati - voglio essere benevolo nel qualificarli - protagonisti della repressione. Premiò il delegato di Pubblica Sicurezza che fece uccidere in Serradifalco due operai che invocavano il rispetto della legge elettorale; premiò il delegato di P. S. di Racalmuto per la prudenza mostrata nel nascondersi il 1. novembre; premiò il delegato di P. S. di Gibellina! per la splendida attitudine ai travestimenti rivelata nei sottrarsi ai pericoli creati per colpa sua; premiò il tenente Colleoni - e lo lasciò per sei lunghi mesi sul luogo delle sue gesta eroiche - per la vista lincea mercè la quale intravide le armi sotto i vestiti dei contadini di Santa Caterina Villarmosa!
      Di fronte a tali e tante ricompense come non esser compresi di ammirazione per Matteo Imbriani, che in un momento di santa indignazione si sente disonorato dalle medaglie guadagnatesi in battaglia contro gli austriaci, e in piena Camera dichiara di volerle buttare in faccia al governo italiano?
      Egli dovette certo, in quel momento, ricordarsi che Roma negò il trionfo a Pompeo, vincitore di Spartaco, perchè i ribelli non erano nemici stranieri.
      E tutto quello non basta; il giorno 8 Febbraio il generale Morra di Lavriano riunì le truppe di Palermo in Piazza Ucciardone e rivolse loro un discorso in cui: rammenta da prima con grande compiacimento alcuni degli ultimi tumulti, specialmente Valguarnera, Belmonte e Santa Caterina, rilevando che da per tutto la folla assalì le truppe e sparò su di esse, (!?) esalta i soldati premiati per gli ultimi avvenimenti e ricorda con onore il valore (!?) dimostrato dai soldati a Santa Caterina; fa l'apoteosi del povero soldato Sculli ucciso a Marineo e glorifica l'opera dei subalterni mirabilmente guidati dai capi dovunque contro di loro si addensava la rivolta!


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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