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E in modo ancora più conclusivo in favore dello assunto propostomi, lo stesso Di San Giuliano aggiunge: «i Fasci non sono causa, ma effetto della grave situazione della Sicilia!»
Sarebbe errore, però, il ritenere che solo il dissesto economico abbia prodotto la esplosione del 1893 e del principio del 1894; moltissimo, forse di più come spinta diretta e immediata, vi contribuirono la esasperazione per la iniquità delle amministrazioni comunali e le gare vivacissime tra i partiti locali. Esaminando l'insieme di queste cause il Cavalieri esclama: «Non ce n'è forse abbastanza per spiegarsi il movimento dei Fasci?»
Che i Fasci non avessero torto nelle loro domande e che i metodi adoperati non fossero biasimevoli, almeno in un primo tempo, risulta da testimonianze irrefragabili.
In quanto ai metodi vi sono le sentenze dei tribunali di Caltanissetta, di Girgenti, di Trapani, di Palermo per varî processi istruiti sui fatti di Acquaviva, di Casteltermini, di Milocca, di Siculiana, di Gibellina, di Piana dei Greci ecc. ecc., le quali assolvendo quasi tutti gli accusati o ritenendoli colpevoli di lievi contravvenzioni danno la prova della leggerezza e del malanimo delle autoritá politiche, che denunziavano i pretesi reati. E quanto non contribuirono queste persecuzioni a fare uscire i lavoratori dalle vie della legalità?
In quanto alla sostanza delle loro domande, che provocarono le agitazioni e i tumulti si hanno testimonianze non meno autorevoli, che le dimostrano giuste e ragionevoli.
Per la parte economica il Cavalieri giudica che anche senza appartenere alla scuola comunista o Marxista, come questo o quello dei Fasci, si può pensare che il lavoro, nella distribuzione dei prodotti, non abbia la parte che gli spetta.
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