E non era affatto socialista, ma un monarchico convinto ed amico intimo dell'on. Damiani, il Vivona, avversario antico e irreconciliabile dei Saporito a Castelvetrano; ed è assolutamente irresponsabile il socialismo del fiero antagonismo tra i Di Loronzo e i Gerardi in Gibellina, tra i Lafranca-Gallo e i Lafranca-Massena in Partinico, tra i Nicolosi e i Sartorio in Lercara, tra gli Sparti e gli Scozzari in Misilmeri, tra i Bruno e i Gallina in Santa Caterina Villarmosa...
In risposta a chi potrebbe accusarmi di mala fede perchè dalle pagine del generale Corsi e di altri avversarî del socialismo cito soltanto quelle che mi fanno comodo, riconoscerò che il primo assegna una parte di responsabilità ai sobillatori colla propaganda socialista; e questa parte viene determinata con precisione in questo periodo: «il paese era nel 1892 preparato allo scoppio come una mina carica, che aspetta la miccia. Ora questa fu apprestata da un pugno di socialisti, giovani, arditi, abili, agitatori di vaglia sin dal primo momento.»
E sia! Ma con ciò non rimane sempre minima, storicamente e moralmente incalcolabile la loro responsabilità? Certo; e la certezza risulta indiscutibile dalla larghissima sperimentazione sociale, la quale ammaestra, che dovunque esistono le condizioni generatrici di un fenomeno, il fenomeno presto o tardi si presenta illudendo solo gli ignoranti o i malevoli sulla parte che rappresenta l'ultima causa occasionale, la scintilla. Così, in Sicilia, nel continente italiano, in Irlanda sempre e dovunque esistano le condizioni analoghe a quelle che generarono le ultime manifestazioni dell'isola, le manifestazioni non mancheranno con, senza, o contro i Fasci; con, senza o contro il socialismo.
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