Non c'erano i Fasci e non era neppur nota la parola socialismo, eppure nel 1848 in Burgio si ebbero tumulti analoghi a quelli del 1893.
Non c'erano i Fasci e non era neppur nota la parola socialismo, eppure nel 1860 in mezzo all'entusiasmo e agli slanci generosi della riscossa nazionale avvennero le cruente sollevazioni di Pace, di Collesano, di Bronte, di Nissoria sempre al grido: morte ai galantuomini! abbasso li cappedda! E senza Fasci e senza socialismo avvennero i disordini di Canicattini nel 1865, le preparazioni dei contadini a Villalba ed a Valledolmo, la rivolta di Grammichele nel 1876, nella quale si dette l'assalto al Casino dei galantuomini, che furono presi a fucilate e pił tardi la ribellione di Calatabiano al grido di: abbasso il municipio! abbasso le tasse! Viva il Re! sanguinosamente repressa della sinistra riparatrice. E senza Fasci e senza la menoma conoscenza di socialismo tumultuano i lavoratori di Favara nel 1890, e insorgono i contadini e i zolfatari di Floresta, di Valguarnera...
L'esistenza delle condizioni opportune per esplosioni violente(91) non era sfuggita a nessuno, e Sidney Sonnino, prima che sorgessero i Fasci e senza che sospettasse la influenza della propaganda socialista, ne aveva previsto la ripetizione. E Abele Damiani, non aveva mancato di avvertire: «Non dimentichiamo che in tempo di rivoluzione furono specialmente i contadini, i quali assalirono i possidenti nelle persone e ne danneggiarono le possidenze: il 1848 e il 1860 segnano due epoche terribili di manifestazioni popolari; in alcuni comuni dell'isola si ebbero a deplorare fatti di sangue, vendette, incendī di archivi pubblici da parte di una moltitudine oppressa, ubbriaca, nell'intento di vendicare l'onta della miseria patita a causa dell'odiata classe dei proprietarī.»
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