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      Onde il Direttore della pubblica sicurezza nulla vide, nulla apprese, che non avesse potuto sapere dai rapporti dei suoi dipendenti.
      Quale fu, dunque, la sua missione; quale la sua opera?
      Eccola: in una delle brevi soste del suo rapido e trionfale viaggio, a Girgenti - siamo già in ottobre, proprio alla vigilia dello scoppio - egli scopre «che alla fin fine miseria ce n'è stata sempre e ce n'è dappertutto; che i Fasci non raggiungerebbero lo scopo politico-sociale cui miravano e sarebbero stati sciolti con mezzi che non poteva rivelare.»
      Non rivelò i mezzi arcani, ma li lasciò intravvedere ai suoi intimi o almeno parlò loro un linguaggio così equivoco da farlo interpretare in questo modo:
      Persecuzione agli elementi migliori dei Fasci in modo che questi si sciogliessero spontaneamente, risparmiando al governo l'odiosa illegalità di scioglierli esso stesso. E la parola d'ordine data, pare che sia stata altrettanto semplice: arrestare in qualunque occasione e per qualunque pretesto!
      E se non fu data in questa forma brutale la istruzione draconiana, i subordinati così ebbero ad intenderla e così la eseguirono.
      Vi furono funzionari onesti e vergognosi dell'opera che compivano, i quali da me rimproverati aspramente, mi confessarono con sincerità che essi eseguivano gli ordini dei superiori arrestando ad ogni minima occasione, processando con ogni pretesto! E ciò l'indomani del viaggio dell'on. Sensales. Il quale viaggio viene annunziato dal generale Corsi così: «l'infelice governo centrale mandò un alto funzionario (siciliano) a vedere come stessero le cose.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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