N'è derivato....» (p. 336).
I reticenti puntini sono del generale Corsi, che interrompe bruscamente i propri commenti e che lascia comprendere chiaramente che a proposito della missione del senatore Sensales e dei suoi risultati molte cose brutte sa e vorrebbe dire, ma non può.
Perchè si giudichi dell'effetto morale che poteva fare il contegno equivoco e misterioso del senatore Sensales bisogna esporre questi tratti del carattere dei siciliani quali li riferisce lo stesso generale Corsi: «Il siciliano ha bisogno di espansione, di franchezza, di verità. - Andategli a viso aperto colla verità, ed egli, foss'essa anche una condanna, vi si sottomette. Fategli comprendere l'inesorabilità di certe cose, e a lui basta questa sincerità. - Insomma coi Siciliani non bisogna adoperare sotterfugi, scappavie o che so io; - no, bisogna dir tutto e mantenere sia in bene che in male..... Se potete accordate; se non potete non andate per le lunghe, ma dite chiara e tonda la ragione.» (pag. 273).
La sapienza di governo dell'on. Giolitti non si limitò all'invio del senatore Sensales, che serbò il contegno meno adatto ad inspirare fiducia agli isolani; andò oltre, e continuando nell'applicazione del criterio che tutto dovesse ridursi a reprimere brutalmente il malandrinaggio creò le zone e sotto-zone militari.
L'impressione di quest'altro provvedimento fu penosa; ci fu la delusione in coloro che giustamente attendevano misure economiche e riparazioni politiche e amministrative; ci fu la paura in quanti ricordavano i fasti militari di altri tempi - paura, che si accrebbe quando corse la voce che sarebbe stato mandato il generale Baldissera a domare ed incivilire l'isola - certo, more Livraghi - ci fu in tutti lo accasciamento per la ribadita convinzione che il governo era e voleva continuare a mantenersi su di una falsa strada.
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