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      Entrambi questi precipui fattori di un buon governo erano stati deficienti nell'on. Giolitti quando era sorretto dal concorso di una grande maggioranza parlamentare, ciecamente devota; non poteva sperarsi che prendessero incremento quando egli fu condannato, e abbandonato nella posizione delicatissima in cui anche uno statista di mente superiore si sarebbe trovato imbarazzato per il timore di pregiudicare la condotta che avrebbe potuto prendere il successore e di precipitare gli eventi. Aumentarono quindi le incertezze, le contraddizioni, la debolezza; per un mese circa, si può affermare che ci fu assenza di vero governo direttivo, ed anarchia completa tra i funzionarî civili e militari: prefetti, delegati, comandanti di zone e di sotto-zone agirono senza indirizzo e senza unità lasciandosi guidare dagli avvenimenti e prendendo consiglio dal proprio cervello, inspirazione dal proprio cuore; e l'anarchia, manco a dirlo, fu tutta a benefizio degli elementi che credevano di avere qualche cosa da rivendicare o di tutti i caduti nelle lotte amministrative che volevano la rivincita.
      Di questa anarchia fu data una spiegazione malevola da coloro i quali affermarono che l'on. Giolitti la favorì coscientemente per lasciare al successore una tristissima eredità; come a mio giudizio malignarono - e la malignità accortamente fe' capolino nella discussione parlamentare - quanti pensarono e dissero che l'on. Crispi avesse soffiato nel fuoco per rendersi necessario al potere. Nei precedenti, nel temperamento dei due ministri vanno ricercate le cause naturali della loro condotta.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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