Le date dolorose di Pietraperzia, di Gibellina, di Santa-Caterina ecc. avvertono che disgraziatamente sotto l'on. Crispi si continuò nella pericolosa condotta di mandare piccolissimi distaccamenti ad imporsi ad interi comuni tumultuanti e che se ne ebbero gli stessi disastrosi risultati ottenuti sotto l'onorevole Giolitti; mentre per altro verso ciò che successe a Castelvetrano, a Mazzara del Vallo, a Monreale, ecc., dimostra, che, quando si volle e si seppe, si poterono evitare gli eccidî.
L'on. Crispi, che conosceva la inettitudine o la malvagità di molti prefetti, di molti questori, di molti magistrati - ed in questa conoscenza e nella valutazione delle persone si mostrava di una meravigliosa chiaroveggenza - sentiva il bisogno di un vero repulisti, di un mutamento rapido, fulmineo. A chi gli osservò, che si cominciava male mandando un militare a reggere la prefettura di Palermo - ed aveva buon giuoco ricordando a lui, che li conosceva appieno, i fasti della prefettura militare del Generale Medici, che riuscì ad elevare a metodo di governo i procedimenti della mafia - egli rispondeva che Winspeare ed altri pochissimi buoni prefetti, che ha l'Italia, si erano rifiutati di andare a Palermo; che Morra di Lavriano si era mostrato mite e conciliante, poco soldatesco a Napoli nelle dimostrazioni di Agosto; che a correggere la impressione sinistra che poteva fare l'annunzio della reggenza della prefettura di Palermo affidata ad un generale, intendeva immediatamente farla seguire dalla nomina di un distinto magistrato a questore di quella città(101).
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