XX.
LA REAZIONE
Col gennaio del 1894 comincia la diretta e più grave responsabilità dell'on. Crispi, però che egli organizzò ed intese con tutte le sue forze ad esplicare la reazione. E invero i primi atti di essa, decisi e violenti, rispondono al carattere dell'inspiratore, il quale non mai seppe rifuggire dalle esagerazioni, nel male e nel bene, pur di riescire in quello ch'è il suo intento immediato.
Onde, come non titubò a esagerare, nel 1860, l'importanza delle notizie che venivano dalla Sicilia, per indurre più presto alla spedizione di Marsala il generale Garibaldi, così, ora - invecchiato di trentaquattro anni il suo difetto mentale - non ha esitato un istante ad esagerare, fino a potere considerarsi falsate, le condizioni della stessa Sicilia, quasi per poter fare a ritroso - spinto dall'accecamento abituale della sua sincera megalomania - la spedizione di Marsala.
Si comincia col reale decreto del 3 gennajo 1894, contro firmato dal Consiglio dei ministri col quale si proclama lo Stato d'assedio in tutte le provincie della Sicilia; vi si nomina Regio Commissario straordinario con pieni poteri il tenente generale Morra di Lavriano e della Montà, comandante il XII Corpo di armata.
Il regio Commissario si pone subito all'opera e nello stesso giorno fa arrestare i membri del Comitato Centrale dei Fasci: on. G. De Felice Giuffrida, Avv. G. Montalto, avv. Francesco De Luca, e Nicola Petrina.
Un membro del Comitato, l'avv. L. Leone, sfugge alle ricerche della polizia e ripara a Malta; Bosco, Barbato e Verro, vengono arrestati dopo qualche tempo, mentre cercavano riparare all'estero; ma quasi a compenso di queste prede mancate venne arrestato l'avv.
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