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      Crispi, che nella relazione pel decreto sullo stato di assedio dice: i tumulti essere stati provocati da gente dedita ad ogni sorta di delitti; saccheggi, incendī, assassinī, rapine essere stati commessi in quasi tutti i comuni dell'isola.
      Tutto ciņ, quando non lo si voglia dire... assolutamente falso, bisogna qualificarlo esagerato in modo superlativo. Ed č evidente che l'esagerazione paradossale, aveva l'ufficio di mascherare la reazione.
      Di fronte alla reazione, che si avanzava a grandi passi, sicura di vincere, perchč sorretta dai grossi battaglioni, dai cannoni, dalla cavalleria, dalle navi, dalla polizia, dalle insidie, dalle calunnie, dallo spionaggio, dal concorso di buona parte delle cosģ dette classi dirigenti; sicura di vincere perchč doveva combattere contro elementi inermi, disorganizzati, senza programma vero di rivoluzione, senza mezzi di resistenza, senza sicurezza di vedere secondati i proprī conati dalle provincie del continente le quali lasciavansi tranquillamente sguernire di truppe, inviate in Sicilia a reprimere severamente e rapidamente moti ch'erano incomposti ed a-politici, ma che pure potevano trasformarsi da sommossa in rivoluzione, divenne scabrosissima la situazione di quanti parteggiavano per la causa popolare ed erano dichiaratamente repubblicani e socialisti. A loro s'imponeva il prendere una vigorosa decisione ed assumerne piena ed intera la responsabilitą.
      La presero e la manifestarono nel modo migliore ch'era loro consentito, colla maggiore rapiditą possibile per iscongiurare nuovi salassi al popolo, che tornavano graditissimi in alto; per impedire che venisse del tutto distrutta una organizzazione che poteva essere feconda di bene; per evitare che la reazione trovasse nella continuazione dei tumulti nuovi pretesti per farla finita colla parte popolare.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





Sicilia