In appresso si dirà più esattamente: condanna all'italiana!
E guai ad un testimonio sbagliato, che fa una deposizione vuota o meschina: la sua non può essere corretta o completata da quella di un altro. Agli imputati per economia di tempo e di denaro è stato concesso un solo testimonio a discarico. Nè gl'imputati hanno dalla loro il Presidente, che pensa lui - il bravo uomo! - a correggere e completare. Ciò fa soltanto quando si tratta dei testimonî dell'accusa; così nel processo pei fatti di Santa Caterina, essendosi il Colleoni, tenente dei carabinieri - quello che ordinò il massacro del cinque gennaio, per cui ricevette una medaglia - patentemente contraddetto, il Colonnello Orsini, da buon superiore, interviene e dà lui le soddisfacenti spiegazioni alle contraddizioni dell'inferiore, rilevate dalla difesa. Nè questa può protestare, se no viene chiamata all'ordine in nome della disciplina militare!
Nè gli sbagli si commettono solo sul conto dei testimonî; si arrestano e si processano per isbaglio gli uni per gli altri. Quell'ottimo tenente Colleoni, che farà carriera - oh! se la farà, - ch'era arrivato a Santa Caterina la vigilia della strage e che non ebbe il tempo durante la notte di fare delle conoscenze, affermò in Tribunale che un certo Nicoletti aveva preso parte alla dimostrazione. Il maresciallo dei carabinieri, che viveva in Santa Caterina da molto tempo e che conosceva tutti invece disse, che c'era errore: il reo essere un fratello del Nicoletti; ch'era presente all'udienza e che se la svignò quando sentì, seduta stante, il Presidente del Tribunale ordinarne l'arresto.
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