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      E l'Ispettore arrestandolo non nasconde che ciò fa pel rifiuto e di averlo punito siffattamente ancora si vanta!
      La Camera di Consiglio non ebbe il coraggio di legittimare l'arresto una prima volta; si limitò invece a secondare la proposta del Pubblico ministero di rinviare la legittimazione dell'arresto ad un altro mese aspettando che si potessero rinvenire gli elementi di colpabilità sino allora mancanti. Trascorso il mese, sulla base degli stessi elementi negativi, la Camera di Consiglio del Tribunale Penale lo rinviava al Tribunale di guerra di Trapani.
      Il giorno 12 Marzo doveva trattarsi la causa; ma fu rinviata, sicuramente per pressioni dell'autorità politica, perchè l'avvocato fiscale Cav. Anastasi aveva detto che egli non trovava alcun elemento che sorreggesse l'accusa ed il Presidente del Tribunale di guerra Colonnello Bussolino - quello stesso che staffilò a sangue la magistratura ordinaria - aveva detto pubblicamente essere sicura l'assoluzione dell'imputato.
      Innanzi al Tribunale di guerra la causa si trattò(122) il giorno 20 marzo con un personale tutto diverso, a cui, affermavasi da tutti, era stata imposta la sentenza; e Vincenzo Curatolo, infatti, non ostante le risultanze del processo, nell'assenza di alcun documento che lo accusasse e sulla base della sola testimonianza di un confidente di questura che disse averlo visto in Paceco - il grande delitto! - il giorno 3 Gennaio, venne condannato a sette anni di reclusione!
      La enormità e la iniquità di questo processo e di questa sentenza risultano a luce meridiana dai considerandi della sentenza stessa e dal rapporto dell'Ispettore di P. S. Rinaldi, che dopo averlo arrestato per una bizza personale, lo denunziò al magistrato - e volle egli stesso rilevare che denunziava lui solo - come responsabile dei reati previsti dall'art.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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