Il Ciralli è un fanatico gregario, mentre il Cassisa è un arrabbiato contro l'attuale ordine di cose tanto da scrivere in una lettera del 19 marzo 1892 diretta a Montalto, essere una vergogna che il municipio di Trapani preparasse un'accoglienza al Duca degli Abruzzi che chiama farabutto savoiardo, che non ha altro pregio che appartenere a casa Savoia.
Il Pico è un entusiasta travolto nella corrente dal De Felice, perchè elevato a segreto ambasciatore: come prova una sua lettera ed egli lo ammette nel suo interrogatorio.
Il Verro è un rivoluzionario opportunista ed il Barbato un rivoluzionario convinto che non disdegnerebbe di cogliere la prima favorevole occasione.
Il Bensi Gaetano, bolognese è un opportunista che per la rivoluzione fa causa comune con chicchessia. Difatti egli in una lettera dell'8 dicembre 1893 diretta a De Felice scrive che: nel fascio già costituito entrano anarchici, collettivisti, socialisti.
E più sotto: Oggi a Ravenna vi sarà una riunione regionale, «speriamo che i bravi anarchici vi si trovino.»
Bosco sa mantenere tutte le apparenze per dirsi socialista evoluzionista, non si tradisce scrivendo, ma parlando ed agendo è un vero campione degno di De Felice ch'è un rivoluzionario deciso secondo egli stesso si analizza nei suoi interrogatorî, e non ne fa un mistero.
Sono imputati di cospirazione per commettere fatti diretti a far sorgere in armi gli abitanti del Regno contro i poteri dello Stato, di eccitamento alla guerra civile ed alla devastazione in qualsiasi punto del Regno con la consecuzione in parte dell'intento: fatti avvenuti nei mesi di novembre e dicembre 1893 e gennaio 1894 in Sicilia, articoli 136, 120, 252.
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