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      Tra gli accusati c'è un assente. A. Cipriani, che come usa presso i Tribunali di guerra non venne condannato in contumacia.
      Il Tribunale era così composto.
      Presidente: colonnello del genio cav. Giussani - Giudici: tenente colonnello del 57 cav. Bianchi - tenente colonnello del 3. bersaglieri cav. Borgna - capitano d'artiglieria De Boyen - capitano di fanteria cav. Minneci - capitano di fanteria Cortella - capitano d'artiglieria Pontiglione.
      Da prima funzionò da pubblico ministero l'avvocato fiscale Soddu-Millo, poi - ammalatosi - venne sostituito definitivamente dal sostituto Viesti.
      Sull'opera del Tribunale non ritornerò; esporrò qui la impressione che ne ebbe il pubblico in generale.
      Il Presidente, colonnello Giussani, concesse grande libertà di parola non solo ai testimoni a difesa, ma anche agli accusati tanto da sembrare interessato a vederne risultare luminosamente l'innocenza.
      Quale fosse il pensiero degli accusati sulla loro posizione di fronte al tribunale militare lo lascerò dire al Dr. Barbato che nella sua splendida orazione in cui non fece la sua auto-difesa ma espose le fatali ragioni storiche del socialismo, così disse:
      «Quanto a noi, abbiamo semplicemente due doveri in questo processo, secondo me. Riaffermare la nostra fede, e lo abbiamo fatto. Fornire i documenti della nostra moralità extra legale, e lo abbiamo fatto. I miei compagni hanno creduto di avere anche un terzo dovere, quello di difendersi giuridicamente. Io affermo che questo diritto noi non l'abbiamo; non perchè si dubiti della lealtà vostra, non per le ragioni giuridiche che si sono messe avanti ne' parlamenti, ma perchè voi non siete i nostri giudici naturali.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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