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      «E giudici naturali non esistono, per noi: il codice non ci riguarda. Io sono lieto di trovarmi dinnanzi a voi, perchè ci avete dato agio di mostrarvi chi siamo, mentre i così detti giudici naturali questo agio non ce l'avrebbero dato.»
      «Sicchè quando vi dico che nel mio animo c'è riconoscenza per voi, riconoscenza sincera, dovete credermi. Voi con molta probabilità, anzi con certezza, manderete a casa, non certo me, ma quelli tra i miei compagni che sono i meno odiati, mentre sono sicuro che i giudici naturali avrebbero sacrificato tutti insieme a me, in omaggio a quella libertà che ha dato feudi, ville, palazzi ai vecchi lupi, manette e piombo ai figli della plebe cenciosa che ha liberato l'Italia dallo straniero e che libererà l'Italia dalla schiavitù del capitale. Ma io dubito che voi appunto non vogliate dare il vostro contributo alla civiltà in cui viviamo. Quando si vive in un dato periodo di civiltà, ogni uomo leale che la ritiene buona sente il dovere di darle, il suo contributo: quella di oggi è ancora quella che innalzava i roghi e i patiboli.»
      «Non si tratta di codici. Nè voi, nè io c'intendiamo di codici. Si tratta della convinzione che nei vostri animi può esserci rispetto a questi elementi distruttivi del presente(138).»
      E il Dr. Barbato non s'ingannò: i meno odiati, Ciralli e Cassisa, vennero assolti; gli altri tutti condannati, non perchè dimostrati autori dei reati a loro imputati, ma perchè rappresentanti di un idea, che il Tribunale aveva la consegna di combattere.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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