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      Essi dubitarono della nostra fede, noi non dubitammo mai della loro lealtà, vennero sconosciuti al carcere, uscirono fratelli nostri. E noi li ringraziamo come fratelli; l'opera loro non può essere che quella di fratelli. E ci confortò l'idea che, arrivati a noi in mezzo al dubbio, sono usciti pieni di entusiasmo e di affetto per questi giovani che hanno lasciato le dolcezze della vita per farsi chiudere in carcere, animati da un desiderio infinito d'amore. Grazie, grazie dal profondo del cuore, qualunque sia l'esito del dibattimento!.. Nè noi siamo qui per domandare pietà per noi o per le nostre famiglie, ma per manifestare al paese che giovani leali lottano lealmente, senza transigere mai colla lealtà del cuore. Vi ringraziamo!...»
      Gli ufficiali preposti alla difesa dei predestinati alla condanna, nel senso più elevato della parola fecero il loro dovere!
      Supero la ripugnanza, che destano certe persone e presento ai lettori il Comm. Lucchese, il deus ex machina del processo mostruoso, l'artefice e lo strumento principale delle vendette del governo e della borghesia e che gli odî dell'una e le paure dell'altra condensò nei suoi rapporti e nelle sue deposizioni.
      Il passato del comm. Lucchese non è bello. All'epoca del processo Notarbartolo quel passato venne rievocato dalla Tribuna Giudiziaria, autorevole rivista di Napoli - la quale... non venne incriminata. Poscia fu esposto succintamente dall'On. Altobelli nella sua testimonianza innanzi al Tribunale di Guerra, in questo processo - udienza del 16 maggio - a domanda del tenente Truglio: e infine da me, in Parlamento, costrettovi dalle denegazioni dell'onor.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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