Si fece una colpa a De Felice di un discorso pronunziato... in ottobre, a Casteltermini; ma vi fu denunzia e processo a suo tempo e la Camera di Consiglio del Tribunale penale di Girgenti non trovò luogo a procedere. Il pubblico ministero appellossi... dopo proclamato lo stato di assedio e iniziato il processo mostruoso.
A dimostrare l'accordo per la rivoluzione tra De Felice e i clericali si invoca una lettera di presentazione dell'Avvocato D'Agata di Catania all'avvocato Menzione di Napoli; ma non si procede contro chi l'ha scritta, non si procede contro colui cui è diretta e se ne fa una colpa al deputato socialista, che... non la presentò.
De Rosa, ex prefetto di Caltanissetta, trova l'indizio grave della colpabilità di De Felice nella visita da lui fatta ai prigionieri di Valguarnera nelle carceri di Caltanisetta e non si trattava che di un'inchiesta legittimissima, fatta alla presenza del Direttore delle Carceri, e la cui relazione fu pubblicata dal Siciliano, per conto del quale venne fatta.
Lo stesso De Rosa, parlò di un patto di morte sottoscritto - da contadini, che non sanno leggere e scrivere! - tra i membri dei Fasci della provincia, che reggeva, e tacque prudentemente dello schiaffo assestatogli dalla magistratura nel processo di Milocca in cui figurava lo stesso tremendo patto.
Bondi, ex prefetto di Catania, desume le intenzioni rivoluzionarie di De Felice da un suo discorso al Teatro Nazionale di Catania, che le autorità politiche non interruppero, le giudiziarie non incriminarono e la stampa borghese locale non trovò biasimevole.
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