La ritenne cosa comica il sottoprefetto di Corleone, che non volle mandarla all'on. Giolitti come desiderava l'autore; e cosa lontanissima dalla serietà la ritenne l'avvocato fiscale Viesti in una interruzione fatta durante la mia deposizione. Altri invece, vi prestò piena fede; e il suo autore quando il 21 aprile fu richiesto in Tribunale se era sicuro che ciò che aveva scritto corrispondesse al vero, rispose: ne ho la certezza metafisica! E a domanda analoga aggiunge imperterrito: il trattato rivoluzionario fu sottoscritto in ottobre 1893.
Ebbene: Prefetti, Sotto-prefetti, Questori, Ispettori, Delegati, Carabinieri - che tanto gravi accuse lanciarono - d'onde e come ne acquistarono la certezza più meno metafisica?
La grande sorgente delle notizie è la vaga ed indeterminata voce pubblica; le esatte e metafisiche informazioni vengono da misteriosi quanto comodi confidenti. Qualche volta si tentò determinare meglio chi fosse la voce pubblica; e il tentativo non poteva riuscire più infelice pei suoi portavoce.
Viene un ricco proprietario di Palermo, il Barone Valdaura, chiamato dall'accusa e dichiara di saper nulla di nulla, meravigliandosi di vedersi citato. Un delegato Zummo riassume la voce pubblica di Piana dei Greci nel D. Carnesi, ma questi quantunque nemico personale di Barbato, interrogato, risponde che nulla disse mai direttamente al Delegato, che avrà saputo qualche cosa dai discorsi che correvano.
La voce pubblica afferma che Petrina in un dato giorno si trovava in Palermo a cospirare col Comitato dei Fasci, ma il signor Restivo viene a deporre, che proprio in quel giorno il Petrina stava nel suo ufficio di Procuratore del Re in Messina, per cose che interessavano la giustizia, e si può non credere ora alla ubiquità di Sant'Antonio?
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