Le gratuite asserzioni poi abbondano. Si afferma, senza un solo minimo elemento di dimostrazione, che nel Comitato interprovinciale dei Fasci c'era un misterioso sotto-comitato di azione, più misterioso del Consiglio dei Dieci. Il popolo grida: Viva il Re! Abbasso le tasse! e il pubblico accusatore asserisce che quei gridi erano una lustra, e che in fondo si voleva e si preparava una rivoluzione politica generale. E così di seguito.
L'ordinanza, la requisitoria, la sentenza talora si contraddicono, e che, nell'insieme, l'orditura dell'accusa sia stata sfasciata, distrutta vittoriosamente dal dibattimento pubblico, risulta all'evidenza da questa circostanza capitale: l'avvocato fiscale sentì il bisogno di dichiarare che non intendeva avvalersi delle risultanze del dibattimento e che gli bastavano quelle del processo scritto. È enorme, ma... naturale! Il processo scritto gli bastava, perchè il processo orale aveva annientato il primo; ma al processo orale, abbandonati i metodi da Sant'Uffizio, si accorda oggi la preminenza per unanime consenso dei giuristi, non escluso Francesco Crispi, e col processo orale, l'on. De Felice con logica stringentissima fece l'auto-demolizione dell'accusa.
La demolizione già apparve evidente assai prima che il dibattimento fosse terminato; e quindi l'avvocato fiscale Soddu-Millo, forse convinto di non potere sostenere l'accusa e non essendogli lasciata la libertà di ritirarla - così è lecito supporre - a mezzo processo, aiutato da un lieve incomodo, si dette per ammalato e si fece sostenere dal Cireneo.
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Comitato Fasci Consiglio Dieci Sant'Uffizio Francesco Crispi Felice Soddu-Millo Cireneo
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