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      .. Viesti. Onde il De Felice, con ammirabile ironia, «manda un saluto al Cav. Soddu-Millo, che ebbe la rara fortuna di ammalarsi in tempo!...»
      La inconsistenza e la irragionevolezza della ordinanza, della requisitoria e della sentenza risultano meglio collo esame critico delle principali accuse, cui furono fatti segno i Fasci e il Comitato Centrale.
      L'avvocato fiscale facendo sue le calunnie della polizia volle disonorare la massa dei Fasci mettendo in luce la preponderanza numerica, che vi avevano i delinquenti. Non accettò la proporzione del Commendatore Lucchese, che poteva essere denunziata soltanto da un ignorante qual'è il questore di Palermo; ma fece della statistica giudiziaria e portò i delinquenti dei sodalizî odiati a 1645.
      Il De Felice abilmente accettò la cifra, la mise in rapporto con l'altra ammessa dall'accusa del numero dei socî dei Fasci, e facendo le proporzioni coi deplorati della Camera dei Deputati, indusse che tra i lavoratori la moralità era quindici volte maggiore, che tra i deputati. E il confronto sarebbe riuscito più concludente in favore dei Fasci se posto tra questi e i commendatori e cavalieri del regno d'Italia; con questa differenza che i delinquenti operai per piccoli reati vanno in galera; i commendatori delinquenti vanno fino in Senato.
      L'esame delle statistiche giudiziarie, del resto, che ho intrapreso per alcune località della Sicilia, quando seppi delle stolte asserzioni del Prefetto De Rosa, mi convinsero che durante il 1893 nelle provincie dove erano numerosi i Fasci, o non vi fu aumento della criminalità o non superò quello del resto d'Italia(144), dovuto alle generali cause sociali.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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