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      Che cosa rimase di tali turpissime accuse? Nulla: documenti e testimonianze irrefragabili distrussero la indegna calunnia. Comincio dai piccoli. Consta a me che Cottonaro da Valguarnera era tanto fornito di mezzi, che viaggiava a piedi e mangiava per carità altrui.
      Il lusso di Bosco fece ridere tutta Palermo. Lo stesso Bosco in data 11 novembre 1893 scrive a Montalto in Trapani: «Di mezzi noi ne abbiamo meno di te; perchè, eccettuato Baucina che paga solamente le passività del giornale, tutti gli altri sono socialisti da burla. Il solo Tasca diede 500 lire per la cassa centrale e 100 per gli arrestati. La cassa centrale serve per le spese di posta e di telegrammi, non indifferenti dati i momenti che attraversiamo.»
      Egli vendette alcuni vestiti per potere scappare!
      Quanti ne avesse il Montalto si rileva da sue lettere da Palermo a Curatolo. Il 27 maggio 1893 gli scrive:
      «Andrò al Congresso di Reggio Emilia ricorrendo per denaro agli amici, naturalmente a titolo di prestito.»
      E in data del 25 gli aveva scritto: «... le cambiali fatte per sostenere il giornale Il Mare scadono e non so come far fronte....»
      Ci saranno almeno le 32000 lire date da Cipriani a De Felice. Sì! Cipriani ne aveva tanti quattrini da dare agli altri, che ne chiede a Bensi, il quale gli manda lire 60, sequestrate dalla polizia; ne aveva tanti che domanda cento lire a De Felice.... per venire in Sicilia!
      Della calunnia non rimane traccia alcuna; rimane invece assodata questa dolorosa verità: gli accusati sono nella miseria e nella più squallida miseria rimasero le loro famiglie.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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