La polizia impose che si tenessero aperti i negozî che si sapeva si sarebbero chiusi in segno di protesta; ma l'Università venne chiusa; alle grandi prigioni avvennero dimostrazioni notturne, e canto di inni ch'erano un saluto ai prigioneri che ascoltavano; in teatro si va coi garofani rossi all'occhiello e si fa dal pubblico una di quelle mute proteste, che solo Palermo sa fare, uscendo in massa ad un dato segnale.
E il pensiero e il sentimento della gioventù si riassume nel simpatico episodio del baldo e intelligente Aurelio Drago, che fu condannato dal Tribunale di guerra a sei mesi di carcere, perchè il giorno della sentenza, si fece innanzi alla truppa mentre passavano i condannati, ed impose all'ufficiale: Scopritevi! oggi è giorno di lutto per la libertà!
In Italia non fu minore la impressione; e fu vivissima se si tiene conto dell'infrollimento, dello accasciamento degli italiani. Non si trovarono giornali, compresi gli ufficiosi, che poterono lodare o giustificare giudici e sentenza; e tutti manifestarono lo stupore, il rammarico la indignazione. Innumerevoli e vivaci furono le proteste e agitazioni; i condannati venne deciso, che verrebbero portati dapertutto nelle elezioni comunali e provinciali: De Felice e Petrina vennero già eletti in Messina con una splendidissima votazione, sotto il regime dello stato di assedio! e Bosco e gli altri, benchè non fossero nelle liste, ottennero moltissimi voti.
Riuscirà il governo ad arrestare queste proteste coi minacciati processi per apologia di reato contro coloro che propugneranno le candidature dei condannati?
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