A me, di cui non può essere sospetta la parola; a me, che ritengo illegittimi, perchè non conferiti da nessuna legge i poteri di entrambi i commissarî straordinarî, a me è debito di giustizia, d'altronde già resa dal sentimento pubblico, il riconoscere tra i due la differenza che passa tra chi non si è reso nessun conto del suo mandato e chi, soldato di cuore, investito di dolorosa consegna ha saputo dal male cavare un bene, e profittarne per fare opera di cuore. Invece di farsi compatire coi decreti allegri sulla proroga delle cambiali, invece di appartarsi dal paese e dalla vita delle classi popolari, invece di passare tutti i santi giorni nei salotti dell'aristocrazia a far la vita galante e il cicisbeo alle signore».... Qui il Presidente interrompe con un nuovo richiamo.
- «Eh, onorevole Presidente - continua il Cavallotti - ci vuol altro che richiami! Io vengo da Palermo, dove le son cose notorie, e dove ho raccolto informazioni d'ogni parte, nelle classi più diverse della città. Invece di segregarsi dal popolo, invece di mettersi a parte da tutto il resto della vita cittadina, il generale Heusch capì che là dove ei recavasi erano cause di malessere che non si curano con anni di galera, capì che il suo posto era fra il popolo, fra operai e padroni, fra minatori e proprietari di cave; entrò nelle case e nei tugurî, visitò, studiando, ogni angolo della provincia, portò da una classe all'altra parole di conciliazione e di pace. Ecco perchè egli lascia circondato di simpatie e di rispetto la terra a cui il suo giungere non fu lieto.
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Presidente Presidente Cavallotti Palermo Heusch
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