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      Così, coloro che avrebbero dovuto essere puniti, coloro che si videro minacciati dall'ira popolare - ex lege, in mancanza dell'azione punitrice legale - sono stati messi in condizione di fare le proprie e spietate vendette sugli avversarî accusatori.
      E il generale Morra non si contentò di lasciare al loro posto quegli amministratori, che avrebbe dovuto punire quale causa vera e diretta dei tumulti, ma si rese loro complice, e somministrò loro gli strumenti per consolidarsi al potere, fare le proprie vendette e continuare nella dilapidazione e nella oppressione dei lavoratori, e dei vinti avversarî.
      Qualche Consiglio comunale fu sciolto in sulle prime; e questa parve soddisfazione accordata a coloro che avevano protestato in tutti i modi e che avevano reclamato l'opera risanatrice di un regio commissario. Ma la resipiscenza verso il male non tardò, e dove i regî commissarî mostrarono onesti propositi di riparare ai mali furono rimossi o costretti a dare le dimissioni, perchè avevano osato disturbare le antiche disoneste e prepotenti camerille amministrative(154).
      Era noto del pari, che le disoneste camerille locali si mantenevano(155) al potere mercè la falsificazione delle liste elettorali, nelle quali indebitamente erano iscritti gli amici fedeli, i complici, i dipendenti e ne erano cancellati quanti erano in odore di avversarî. Il generale Morra volle che tale stato di cose non fosse menomamente modificato. Curò, anzi, che s'impedisse qualche levata di scudi da parte degli elettori stanchi delle pessime amministrazioni; e dai suoi Commissarî straordinarî fece fare più che una decimazione, una vera strage di elettori di parte popolare, e chiamati sobillatori.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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