Certo è che egli ne ha annunziati e disciplinati non pochi; e tanto ha disciplinati alcuni municipî, che alcuni si sono fatti spontanei iniziatori della sottoscrizione di un indirizzo - che suona protesta contro le irriverenti parole pronunziate dal Cavallotti nella Camera dei deputati - proclamante la benemerenza del generale Morra di Lavriano e della Montà per la sua opera civile di rigenerazione nella desolata Sicilia!
Quest'opera civile poteva rimanere incompleta se non si pensava alla base: alla coltura cioè, e alla educazione. In Sicilia il numero degli analfabeti era ed è grandissimo, quale in nessun'altra(157) nazione civile di Europa; ebbene, si rimedia assecondando le aspirazioni dei grandi proprietarî della sala Ragona, che acclamarono alla proposta di sopprimere la istruzione obbligatoria; incoraggiando quel bravo consigliere di Prefettura, che in Mazzarino proclamò che il dogma della nuova Italia da ora in poi dovrebbe essere quello della ignoranza obbligatoria ed in conformità chiudendo tutte le scuole, ch'erano state scandalosamente aperte dai Fasci, tanto deleterie pei lavoratori quanto le cooperative di consumo.
Il libero insegnamento scientifico è uno scandalo e il generale Morra chiama nel suo ufficio due professori della Università di Palermo - Schiattarella e Salvioli - e fa loro intendere e si fa promettere che nelle lezioni non ci doveva entrare la sobillazione, se no... Si sa che un poco di domicilio coatto fortifica lo spirito e prepara nobilmente ad impartire una scienza sana ad usum delphini, a base di catechismo e di cristianesimo annacquato e corretto, di completo gradimento di Monsignor Celesia e degli altri vescovi, che generosamente si scagliarono contro i socialisti relegati, processati, imprigionati!
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