Ad onore del vero devo aggiungere che il conforto di cui parlò l'onorevole(162) La Vaccara rispondeva alla realtà; egli ebbe il torto, però, nell'asserire che l'applauso per lo Stato di assedio fu unanime; poichè il conforto non lo provarono che solo i conservatori e le classi dirigenti. Del resto questa loro tenerezza per lo stato di assedio è di antica data: Filippo Cordova nel 1863 riferiva che qualche siciliano gli aveva detto: assicuratevi che nel cuore di ogni proprietario siciliano vi è l'immagine di Rattazzi, non per altro che per lo stato di assedio!
E vengo in ultimo all'on. Di San Giuliano, il quale trovò opportuno lo Stato di assedio, ma non poté negare gli arbitrî(163) e le ingiustizie commesse. Ed egli conchiuse con un pensiero, che racchiude tutta la filosofia degli ultimi avvenimenti, dà la misura della utilità della reazione e della repressione e ammonisce sulla via da battere.
«Dopo l'istruzione data e la propaganda fatta, - disse il rappresentante per Catania, - l'antica rassegnazione dei contadini e degli operai non tornerà più!»
E collo stesso on. Di San Giuliano, che fu seguito dagli on. Comandini e Ferrari - contro il parere degli on. Saporito, Fortis e Damiani - mi trovo pienamente di accordo nel ritenere che ai mali della Sicilia si deve porre riparo con leggi speciali, ricorrendo ai veri criterî sperimentali. Non bisogna affidarsi alla uniformità delle leggi per tutta la nazione, perchè la uniformità rappresenta un vero letto di Procuste.
Da questo fedele riassunto della discussione parlamentare si detegge che di tutte le cause dei moti della Sicilia, frammentariamente, venne riconosciuta l'azione persistente, dagli uomini più temperati, dagli amici delle istituzioni, dai più devoti al ministero dell'on.
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