Crispi; riconoscimento, che indirettamente eliminò la responsabilità dei Fasci dei lavoratori e della propaganda socialista.
La nota discordante non mancò, però, e venne portata alla Camera dagli on. Saporito-Ricca e Nasi.
L'on. Saporito, sorpreso del profondo perturbamento dell'ordine pubblico, maggiore che nelle precedenti rivoluzioni - e sorpreso perchè mai forse aveva posto attenzione all'indole dei moti puramente sociali - negò la spontaneità del movimento, lo attribuì interamente ai Fasci ed ai sobillatori e proclamò essere fandonie, ed ingiurie ingiuste e gratuite le asserzioni dei precedenti oratori. Si dichiarò soddisfatto dell'opera del governo, e nello Stato di assedio vide il rimedio supremo a tutti i malanni!
La stessa tesi precedentemente era stata svolta dall'on. Nasi, con lusso di particolari e con aneddoti ameni e piccanti, con una forma spigliata e talora elegante; sicchè il suo discorso dal punto di vista oratorio si può considerare come il gran successo della discussione.
Secondo l'on. Nasi in Sicilia non c'era fame, vi erano minori che altrove le sofferenze economiche, il salario non era inferiore di altrove, il lavoro delle miniere di zolfo non era più duro che altrove, le amministrazioni comunali non andavano più male che altrove, il dazio sulla farina non aveva influenza prevalente ed uguale sul prezzo del pane; il governo non aveva le responsabilità che gli erano state addossate, nemmeno quella dei cattivi funzionarî(164) mandati nell'isola, i quali avevano fatto sempre il proprio dovere; non c'era, infine, una quistione siciliana poggiata su cause politiche, economiche, amministrative.
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