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      «Io non ho negato nulla, non ho detto che in Sicilia non ci sia la miseria: non ho detto che non ci siano gli abusi municipali; non ho detto che in Sicilia non vi sia una questione dei tributi locali, o di contratti agrari. Gli onorevoli Comandini, Farina, San Giuliano e Sant'Onofrio, potevano quindi dispensarsi dal manifestare un dissenso, che č fondato sopra un semplice malinteso.»
      «Il malinteso deriva da ciņ, che essi hanno esaminato la questione in modo analitico: ed in molti loro giudizi io consento.»
      «Io ho posto a base del mio ragionamento un concetto logico generale, che č il seguente: se c'č una questione siciliana, č necessario che essa abbia cause speciali del luogo. Ho distinto perciņ le cause efficienti dalle condizionali.»
     
      Egli fece molte sottili distinzioni in seguito; ma come si potč vedere continuņ a denegare che una quistione siciliana ci fosse. Ma sia lode alla sua rettitudine: egli non persistette neppure in questa denegazione, che dovette pesargli sulla coscienza per ben lunghi quattro mesi, e perciņ il 5 luglio interroga solennemente il ministro dell'interno per sapere se, come e quando intendeva provvedere ai bisogni della Sicilia, ritenendo che fosse necessaria una parola del governo prima che la Camera si separasse....
      Mi sono dilungato sui discorsi dell'on. Nasi perchč egli fu il solo autorevole a smentire tutti gli oratori che lo avevano preceduto e lo seguirono, e che non trovandosi di accordo neppure col governo, si creņ una situazione nuova, specialissima.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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