Dalla esposizione delle teorie passando alla esposizione dei fatti non si guadagna in esattezza e in verità. L'on. Crispi garentì che in Sicilia non c'era miseria; che i moti furono determinati dai Fasci; che l'esposizione di Palermo del 1892 fu una peste, perchè gli operai del continente in tale occasione importarono nell'isola la propaganda socialista; che la borghesia con tanti meriti, non aveva che una colpa sola: l'avere abbandonato le plebi alle sette ed ai preti; che i Fasci avevano promesso la divisione delle terre nel 1894; che i capi del movimento si erano posti in relazione coi clericali del continente e collo straniero; ch'erano state annunziate una guerra nel 1894, la invasione del Piemonte, la vittoria di flotte nemiche nel Mediterraneo, la autonomia siciliana sotto la protezione della Russia, cui si sarebbe ceduto un porto: che la insurrezione era pronta e lo stato di assedio fu posto in tempo; che duemila armati percorrevano la Lunigiana e 280 mila socî dei Fasci potevano accoppare i 14 mila uomini di truppa, che c'erano in Sicilia; che De Felice fu arrestato in flagranza ec. ec. Con pari esattezza e con altrettanta recisione interruppe me, che parlavo del processo mostruoso pei fatti di Valguarnera, garentendo che nessuno in Italia tentava le bricconate da me denunziate, e che i processati lo erano perchè ritenuti colpevoli, mentre poi il processo innanzi il Tribunale militare di Caltanissetta giustificò alla lettera le mie osservazioni. Contraddice formalmente Imbriani e me sulla autenticità dei fatti di Castelbuono e nega fede alla Giunta comunale, che li aveva stigmatizzati nella nota sua protesta; ma il Tribunale di Termini Imerese lo smentisce inesorabilmente, condannando l'autore di quei fatti, il delegato Breda, a tredici mesi di reclusione.
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