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      Crispi, del quale non si può abbastanza deplorare la... leggerezza.
      Lo stesso on. Crispi, il 9 Marzo, discutendosi la domanda di autorizzazione a procedere contro l'onorevole De Felice, dopo che da me era stata fatta la storia del firmatissimo, osò continuare a prestarvi fede ed uscì in queste dichiarazioni testuali:
     
      ...«Si oppugnò a torto un documento del quale vi diedi lettura: e che, del resto, non è il solo, perchè ne ho qui molti altri più importanti di quello, che per prudenza e per sentimento di giustizia non volli leggere. Se li avessi letti, sarei stato fatto segno all'accusa di voler pesare, con la mia parola, sopra atti dell'autorità giudiziaria, la cui indipendenza voglio resti impregiudicata.
      .....«In altra occasione, quando i processi saranno terminati, dirò tutto, e meraviglierò anche la Camera con la storia degli avvenimenti siciliani. Allora gli interruttori potranno sfogarsi a lor guisa, imperocchè non ci sarà più pericolo per gl'imputati.
     
      La tenerezza dell'on. Crispi per gl'imputati in quella occasione fu appresa come un prodigio incredibile; che dire poi del suo delicatissimo riserbo di non voler leggere i molti altri documenti più importanti, dopo che ne aveva letti due, che riteneva i più gravi, e che erano falsi? Che dire di un riserbo che... dura tutt'ora, quando i processi sono finiti e la pubblicazione dei documenti, che dovranno meravigliare la Camera, potrebbe essere fatta senza pericolo per gl'imputati, che per dodici, per sedici, per diciotto anni sono al sicuro.


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Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause
di Napoleone Colajanni
Sandron Palermo
1895 pagine 444

   





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