Non valse che l'on. Barzilai avesse esposto i casi numerosi (Luzzi, Carbonelli, Costa, Francica, Bonajuto, Dotto ec.) nei quali la Camera, contro il parere dell'on. Palberti e della maggioranza della Commissione di cui era relatore, era entrata nel merito della domanda di autorizzazione a procedere. Non valse che lo stesso on. Sacchi avesse ricordato il parere del più grande e autorevole commentatore delle leggi inglesi, il Blackstone, sulla prerogativa parlamentare, che la Camera inglese non volle mai definita da leggi speciali affinchè, di caso in caso essa ne facesse quell'uso che nel suo sovrano apprezzamento le sembrasse conveniente; a nulla valsero tanti sforzi: la Camera accordò l'autorizzazione a procedere perchè il governo la voleva.
La lotta della quistione dell'autorizzazione a procedere passò in terreno ancora più favorevole ai difensori dell'on. De Felice quando si discusse della convalidazione dell'arresto. Rammentò opportunamente l'on. Imbriani, che nel 1848, quando fu eletto deputato Didaco Pellegrini, nella Camera, appena se ne pronunziò il nome, alcuni deputati si alzarono per domandare se fosse già stato messo in libertà, trovandosi in carcere il Pellegrini sotto accusa di Stato. Il Ministro Pinelli riconobbe il diritto della Camera ed immediatamente ordinò la escarcerazione. Tali nobili e liberali tradizioni del Parlamento subalpino non esercitarono influenza sulla Camera del 1894.
Se altra volta si era ordinata la liberazione di chi era stato eletto mentre era in prigione, ora si violava evidentemente l'art.
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