De Felice, averne convalidato l'arresto e consentito che venisse sottratto ai giudici naturali e sottoposto ai Tribunali militari, con una ipocrisia veramente fenomenale respinse due altre domande di autorizzazione a procedere contro lo stesso on. De Felice per due discorsi-reati pronunziati a Pedara e a Casteltermini, e che formavano parte integrale dell'accusa che lo condusse innanzi al Tribunale di Palermo e da questo alla reclusione per diciotto anni...
Due cose in questa farsa indegna furono notevoli: la generosità dell'on. Crispi che dichiarò disinteressarsi di queste due altre domande di autorizzazione a procedere e la premura delicatissima dell'on. Canegallo, che volle si sapesse dalla Camera e dal paese che esso in seno alla Commissione, contro la maggioranza, aveva votato in favore della concessione. All'uno e all'altro la corona civica non dovrebbe mancare.
Verso la Camera dei deputati fui severo nel libro Banche e Parlamento, esaminandone la condotta e la responsabilità nelle quistioni degli scandali della Banca Romana e in quella della legge sul riordinamento degli istituti di emissione; non potrei essere altrettanto severo in questa occasione dei casi di Sicilia, quantunque non siano stati meno ingiusti e meno esiziali alla vita pubblica italiana i voti dati secondo le richieste e la volontà del governo.
Non mancarono i deputati servili, quei deputati che furono in altri tempi fieramente flagellati dall'onorevole Crispi, che votarono favorevolmente al governo per l'abituale servilismo che li distingue per motivi non nominabili; ma giustizia vuole che io dica che molti altri, pur addolorati dello strazio fatto dello statuto e delle pubbliche libertà, approvarono l'opera del governo sotto l'incubo di preoccupazioni di ordine politico elevatissimo.
| |
Felice Tribunali Felice Pedara Casteltermini Tribunale Palermo Camera Commissione Camera Banche Parlamento Banca Romana Sicilia Crispi Crispi
|