Sia. Eppure l'ente governo, sempre disposto ad abusare del salus patriae, trattò alla stessa stregua i nemici del 1862 e(170) quelli del 1894; chiamò tutti disfacitori dell'Italia e ribelli. E quelli la cui missione viene ora dichiarata più nobile furono puniti più severamente e più iniquamente: la ferita di Aspromonte e i fucilati di Fantina ne fanno fede. Ad ogni modo la misura del pericolo nel 1862 - e lo stesso si potrebbe dire pel 1867, quando l'esercito dei volontari con Garibaldi si rimise in marcia verso Roma e venne arrestato a Mentana - non era identica a quella del 1894, e l'uguaglianza del provvedimento, perciò, rimane ingiustificabile. Ed uguale rimane la protesta in Parlamento; sulla quale Cavallotti osservò:
«Pigliate i resoconti di quella memoranda discussione su l'interpellanza Boncompagni: al banco del Governo, al posto di Rattazzi, mettete Crispi; poi qui all'estrema, al posto del Nicotera d'allora, mettete Bovio; al posto di Mordini, mettete Colajanni; al posto del perpetuo e violento interruttore di allora, ch'era l'onorevole Crispi, mettete Imbriani, (Ilarità) e voi avrete la discussione di quei giorni, completamente, fotograficamente riprodotta.»
Nel 1863-64, provvedimenti eccezionali vengono presi per le provincie meridionali.
«Allora sì, fu un momento per l'Italia ben più grave, ben più scuro di adesso. Era il momento in cui il brigantaggio infuriava per tutto il Mezzogiorno: non i quaranta o cinquanta o cento matti della Lunigiana, ma bande organizzate di briganti scorazzavano tutto il Mezzodì, assalivano e uccidevano i nostri soldati, entravano da conquistatori nelle terre e nei paesi.
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