Ma non c'è un raggio di luce, che possa rischiarare le tenebre che circondano la sconsolante prospettiva dell'avvenire?
Non si può e non si deve a priori negare la possibilità nelle cose siciliane di un esito diverso da quello enunziato e temuto; si può anzi ammetterla, purchè governo e classi dirigenti agiscano di conserva e rapidamente per iscongiurare i pericoli che risorgeranno spontanei dalla situazione, presto o tardi, senza o con l'opera dei sobillatori, col concorso indiretto dei Fasci come nel 1893, o senza che fossero conosciute le teorie socialiste, e senza che Fasci esistessero come nel 1860 e in altre epoche.
Storia e scienza politica si accordano nel riconoscere che non c'è che un mezzo per evitare le rivoluzioni violente(173): le riforme date a tempo. E riforme ne sono state proposte di ogni sorta per la Sicilia: riforme economiche, politiche amministrative e sociali; riforme, che in parte riuscirebbero utilissime al resto d'Italia(174). Ma perchè riuscirebbero utilissime al resto d'Italia c'è da temere che non ne saranno votate in tempo per la Sicilia dal Parlamento; e per lo stesso motivo i deputati siciliani più interessati al mantenimento dello Statu quo e che rispecchiano fedelmente le aspirazioni e gl'interessi delle classi dirigenti, levano alta la voce contro ogni legge speciale per la Sicilia, che scioccamente designano come legge eccezionale - di leggi eccezionali essi non invocano e non approvano che lo Stato d'assedio con tutti i suoi amminicoli, dalla censura preventiva ai Tribunali militari!
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