In un ordine più generale bisognerebbe provvedere affinchè venisse assicurata la onesta compilazione delle liste elettorali: come sarebbe savio provvedimento determinare la misura delle spese obbligatorie - eliminandone alcune; impedire la partigianeria nella distribuzione delle imposte; riformare il sistema dei tributi locali, modificare la tassa di minuta vendita, alla quale nei comuni aperti sfuggono gli agiati colle compere all'ingrosso, abolire il dazio sulle farine, la tassa sulle bestie da trasporto e da lavoro, mantenendo quella sui bovini, abolire le quote minime del focatico e stabilire un maggior numero di categorie che rendano possibile la più equa graduazione dell'imposta stessa, che in sè è delle più democratiche, ordinare che non si possano sorpassare certi limiti nei dazî di consumo se non quando siano raggiunti gli estremi limiti nelle imposte dirette, invertendo il sistema vigente; distruggere, infine, come dice l'anonimo del Giornale degli economisti, «il vizio fondamentale del sistema finanziario locale che si riassume nel fare pagare prevalentemente le imposte ai meno abbienti e nel farle usufruire per servizi pubblici prevalentemente ai maggiori abbienti.» (Febbrajo 1894)(175).
Nel precedente capitolo si disse a che cosa è servita sinora e serve la nuova legge elettorale: è sicuro, che si avrà un enorme peggioramento nella compilazione delle liste elettorali, nelle quali finiranno col trovar posto solamente coloro, che preventivamente avranno ipotecato il loro voto.
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Giornale Febbrajo
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