Crispi nel promettere il miglioramento dei contadini, dovrebbero indurlo a consentire la ricostituzione dei Fasci, che prima delle sue leggi varrebbero ad infrenare il mal volere dei grandi proprietari.
Ma per quanto ciò non sarebbe altro che il rispetto puro e semplice dei diritti riconosciuti dallo Statuto, nulla fa sperare che verranno rispettate queste leggi nostre, in sè stesse tanto inferiori in liberalismo alle straniere - come osservò l'Impallomeni - e c'è tutto da temere che si perdurerà nella reazione ignominiosa e pericolosa. Certe abbominevoli liste di proscrizione a me note, le leggi antianarchiche, la loro interpretazione - di cui si ebbe già un saggio nell'applicazione retroattiva pei reati di stampa - le decimazioni tra gli elettori popolari, i numerosi arresti arbitrarî, l'avviso dato dalla questura di Palermo al barone Colnago e ad altri socialisti di astenersi da qualunque agitazione e propaganda, la proibizione dei congressi socialisti di Carpi, di Bozzolo e d'Imola e cento altri sinistri indizî confermano un tale timore.
Ben so che c'è una circolare dell'on. Crispi, che invita le autorità ad interpretare nel senso più largo e meno illiberale le così dette leggi anti-anarchiche; ma ammesso pure che egli l'abbia dettata colle migliori intenzioni del mondo, se conosce uomini e cose del suo paese deve immaginare che le sue raccomandazioni, data la qualità delle nostre autorità di pubblica sicurezza, rimarranno lettera morta.
Nè questo è giudizio avventato suggerito dalla partigianeria politica: venne formulato in termini più severi da un amico del governo, da un alto funzionario dello Stato, da un conservatore infine, qual'è il Senatore Costa nella relazione sulle stesse leggi.
| |
Fasci Statuto Impallomeni Palermo Colnago Carpi Bozzolo Imola Stato Senatore Costa Crispi
|