Ed ora prendiamo quanto di ottimismo ci rimane in fondo dell'animo e concediamo che governo e Parlamento concordemente si mettano all'opera per dare alla Sicilia una legislazione riformatrice economico sociale, quale le occorre - e quale, del resto, su per giù occorre al resto d'Italia. - Di fronte ad una siffatta manifestazione di buona intenzione potremo dire che si sono superate le più gravi difficoltà e che si è risoluto il problema? Sarebbe strana illusione il pensarlo.
Le riforme tributarie, intese ad alleviare la sorte dei contribuenti - e che sono le più urgenti - e quelle economico-sociali sopraccennate, presuppongono bilanci dello Stato e dei Comuni in condizioni tali da potere sopportare le prime; capitali a disposizione dello Stato e dei Comuni e dei privati per eseguire le seconde.
È quasi impossibile, dato l'attuale sistema tributario, pensare alla soppressione dei dazi di consumo, che maggiormente pesano sui lavoratori di fronte alla condizione dei bilanci dei Comuni (che nei medesimi spesso trovano la maggiore risorsa) e del bilancio dello Stato che attinge nella stessa sorgente di entrate.
Crescono la difficoltà dopo la votazione dei provvedimenti finanziarî dell'on. Sonnino, che hanno peggiorato le condizioni finanziarie dei Comuni, di già dissestate dalla continua diminuzione(190) del prodotto del dazio di consumo a causa delle peggiorate condizioni economiche del paese; e i provvedimenti dell'on. Sonnino riescono esiziali ai Comuni anche per l'insufficiente abbuono ch'essi ricevono dal governo per l'abolizione del dazio governativo sulle farine, per l'avocazione allo Stato dei decimi sulla ricchezza mobile e per avere imposto ai comuni alcune spese, che per lo passato venivano sopportate dallo Stato(191).
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