Si prendano pure e subito tutti quei provvedimenti che si credono indispensabili e particolari per la Sicilia; ma non si dimentichi che bisogna anche pensare al resto d'Italia, che soffre assai e che presto o tardi avrà anche esso le sue manifestazioni sanguinose.
Si deve mutare l'indirizzo della politica generale; si deve sopratutto pensare alla questione economica. I casi di Sicilia devono servire di monito severo: essi devono far riflettere che oggi la semplice proposta di nuove imposte è una grave provocazione.
Che sia grave il generale malessere economico che genera alla sua volta quello politico e morale, si rileva da indizi numerosi, molti dei quali sono stati raccolti e sobriamente commentati dall'illustre Comm. Bodio nella sua monografia presentata all'Accademia dei Lincei. (Di alcuni misuratori del movimento economico in Italia. 2. Ed. 1891)(192) Infatti da alcuni anni diminuiscono i consumi e aumenta la emigrazione, aumentano o rimangono stazionarie le alte cifre dei reati e rimangano parallele quelle dell'analfabetismo, si chiudono le officine, si moltiplicano i fallimenti, si consumano i risparmi, o rimangono inoperosi nelle casse pubbliche, paurosi di avventurarsi in qualsiasi intrapresa di cui si vede quasi sicuro l'insuccesso, diminuisce a miliardi la ricchezza nazionale, e mentre si pensa ad aumentare pazzamente le imposte, lo stesso ministro del tesoro è costretto a confessare che quelle esistenti renderanno nel corrente anno finanziario circa 30 milioni meno del previsto.
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