- E si grida: abbasso l'ufficio del dazio! E le barriere sono infrante, gl'impiegati vinti e scacciati.... E si danno al fuoco i registri delle imposte, i libri dei conti, gli archivi dei comuni... e si fa tutto al grido di Viva il Re!»(194)
La scena descritta dal Taine per Bignolles e per altri siti non sembra la fotografia di ciò che è avvenuto a Valguarnera, a Partinico, a Monreale, a Castelvetrano, a Ruvo, a Corato? Eppure i contadini di Sicilia e di Puglia non sanno e non conoscono cosa sia la rivoluzione francese, i cui preludi imitano e ripetono.
Non basta ancora; l'analogia continua più grande che mai sulle cause che accelerano la catastrofe in Francia e che potranno accelerarla adesso in Italia. Si disse dei gravissimi imbarazzi in cui si dibatte il nostro paese e Gomel ha messo stupendamente in evidenza le cause finanziarie della rivoluzione Francese.
Qualche piccola inversione nell'ordine degli avvenimenti vi potrebbe essere; quando Joly de Fleury si decise all'aumento delle imposte i Parlamenti di Francia protestarono e invocarono la riunione degli Stati Generali. Noi non abbiamo assemblee che per la storia si rassomiglino ai Parlamenti francesi, ma abbiamo una Camera dei Deputati, che dovrebbe equivalere agli Stati Generali, che sotto l'incubo dello scioglimento ha approvato le imposte proposte dall'on. Sonnino, e che potrà essere disciolta se non farà quell'ultimo sforzo che si chiama ultimo per ischerzo, ma ch'è sempre seguito dalla domanda di un altro.
Chi può garentire che in Italia non si cominci da uno scioglimento mentre in Francia si cominciò da una convocazione?
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