Il ferito si riserba di pagare il suo nemico con un'altra coltellata, se guarisce, e si conoscono aggiustamenti di conti di questo genere dopo anni ed anni. Se soccombe, porta seco il segreto nella tomba e passa ammirato come un vero omu d'onuri.
Lo stesso avviene spesso a Napoli dove impera la camorra, tanto analoga alla mafia.
Questo falso punto di onore, questo speciale criterio morale, generatore di tanta immoralità, costituisce l'essenza del cosidetto codice dell'omertà «che stabilisce come primo dovere d'un uomo quello di farsi giustizia colle proprie mani dei torti ricevuti, e nota d'infamia e addita alla pubblica esecrazione e alla pubblica vendetta chiunque ricorra alla giustizia o ne aiuti le ricerche e l'azione». Cosí, e bene, il senatore Tommasi-Crudele definisce il principio informatore del codice dell'Omertà, ch'è il codice della Mafia.
Certamente nella presente fase di civiltà è altamente riprovevole questo principio informatore della mafia, che si esplica nell'omu d'onuri. Ma la sorpresa o la indignazione dovrebbero avere i loro limiti. Conoscere e comprendere costituiscono il primo passo per perdonare; e per perdonare la mafia in basso, dobbiamo rammentare che tra le persone colte, piú rispettate e più rispettabili del continente italiano, della Francia, dell'America latina ed un poco della Germania, c'è ancora una sopravvivenza di questo principio scomparsa in Inghilterra.
«In Sicilia, scrive il Vaccaro, moltissimi credono che ognuno, il quale sente di essere cristianu, omu per antonomasia, deve farsi rispettare da chicchessia, in qualunque circostanza e atto della vita, senza punto ricorrere alle leggi e alle autorità costituite.
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