.. Tanto meno poi riesce a comprendere che anche un miserabile ha diritto a giustizia, a godere del porto d'armi, e ad altri privilegi, un tempo riservati solo ai galantuomini. Quel che piú li urta poi è la insistenza con cui giudici e funzionari vogliono sapere da loro certe cose intorno ai reati di fresco successi, quasiché un galantuomo debba essere citato a dir quel che sa come qualunque altro; e ve n'è poi di semi-ingenui, che strabiliano nel vedere che un governo debba andar cercando prove e far formalità e spese per mandare un miserabile in galera. MA CHE! essi dicono, FATELO SPARIRE SENZA TANTI COMPLIMENTI».
In questo pensiero dei galantuomini – e di gran parte delle classi dirigenti – sta tutto intero lo spirito generatore ed alimentatore della mafia; e viene sorpreso in persone, che spessissimo non hanno mai avuto conti da regolare colla giustizia. Da questi rapporti economici, politici e sociali tra le classi superiori e medie da un lato e le inferiori dall'altro sotto il dominio dei Borboni nacquero queste due gravi conseguenze: uno speciale ed anormale sistema di difesa pubblica e privata dei beni e della vita delle persone ed una speciale amministrazione della giustizia; un odio intenso tra le varie classi sociali, specialmente dei lavoratori della terra contro i galantuomini ed i proprietari.
1. Il governo ufficialmente riconobbe che i metodi ordinari di difesa sociale non erano adatti per la Sicilia. Perció, sotto i Borboni, la sicurezza pubblica per la parte che concerneva i reati contro la proprietà nelle campagne venne data in appalto – proprio in appalto – alle cosiddette Compagnie d'armi, sotto il comando di un Capitano, che prestava cauzione al governo e colla quale rispondeva dei furti e dei danneggiamenti di cui non si scoprivano gli autori e dai quali non si poteva ottenere la restituzione o il risarcimento.
| |
Borboni Sicilia Borboni Compagnie Capitano
|