Cosí in Piemonte e in Lombardia potè fiorire il brigantaggio; e in Lombardia specialmente sotto il malgoverno degli Spagnuoli – esiziale in Sicilia perché piú a lungo durato e non sostituito da altro meno cattivo. Dello spirito che animò i compagni d'arme, i campieri e i mafiosi ce n'era un poco anche nel mite Renzo Tramaglino come ha osservato Gaetano Mosca. Cosí a Napoli sorge e dura ancora la camorra; e negli Abruzzi, quando non esisteva piú il brigantaggio, avvennero incendi numerosi ed uccisioni di bovi nel 1877 in odio a ricchi proprietari spesso usurpatori di terreni comunali; e in un comune di Basilicata i contadini si confederarono in setta di mutuo soccorso per false testimonianze, sempre benevoli al proprio ceto in caso di liti coi possidenti, per offese private o per questioni demaniali (Turiello), nelle Romagne sotto i Pontefici ci furono le squadracce e alle porte di Roma sino a pochi anni or sono potè regnare il brigante Tiburzi; nel Mezzogiorno continentale per secoli potè fiorire il brigantaggio – le cui cause politiche e sociali furono messe in evidenza nel Parlamento italiano dal 1861 al 1866; in Irlanda germogliarono i fanciulli bianchi, il ribbonismo, i molly maguir, i feniani e tutti i delitti agrari che la caratterizzarono sino a poco tempo fa. La fenomenologia identica si ripete sotto tutti i climi e con tutte le razze dovunque agiscono le stesse cause.
La mafia in Sicilia sotto i Borboni divenne l'unico mezzo per gli umili, pei poveri, pei lavoratori per essere temuti e rispettati, per ottenere la forma di giustizia ch'era compatibile in quelle condizioni e che non era possibile ottenere nelle forme legali.
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