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      Poi sentiamo lo stesso direttore della Nuova Antologia, uomo assai colto ed equilibrato, che fu ministro con Francesco Crispi, il deputato Maggiorino Ferraris:
      «L'Italia attraversa un momento difficile nella sua vita di nazione. Una lunga depressione economica, le sofferenze dell'agricoltura, il disordine della finanza e della circolazione, la crisi edilizia, gli insuccessi della politica costituzionale, i disordini del maggio '98, la sterilità di governi e Parlamenti hanno creato una stato di profonda insoddisfazione nel Paese. Malgrado i primi e lieti auspizi di un risveglio economico, il malcontento cresce, si estende, si organizza. Questa organizzazione del malcontento è il fenomeno piú grave, piú pericoloso dell'ora presente. Esso attacca lo Stato, minaccia i poteri costituiti, insidia le libere istituzioni, che sono la gloria e la fortuna della Patria... ».
      Ed ecco in ultimo la parola prudente dello storico illustre di Machiavelli e di Savonarola, che fu ministro coll'on. Di Rudinì, del senatore Pasquale Villari:
      «Se voi percorrete l'Italia da un estremo all'altro, vedrete regioni, uomini, società diversissime: sentirete su tutto e su tutti i piú opposti e contraddittori giudizi. V'è però una cosa sola in cui la concordia è perfetta, il giudizio unanime: nel dire male del nostro governo. Il fatto è notevole assai. Certo anche dei governi dell'Austria, dei Borboni, del Papa, dei Duchi si diceva gran male; ma i borbonici almeno, i papalini, gli austriacanti, i duchisti ne dicevano bene, li difendevano bene.


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La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi
(1860-1900)
di Napoleone Colajanni
pagine 91

   





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