Veramente le campagne di Monreale non erano le piú sicure del mondo, anzi erano insicurissime ai miei tempi.
«Ebbene cosa si fece on. Guardasigilli?
«Si chiamarono le spine, le piú grosse di Monreale. Queste spine piú grosse erano sei, tutta gente coperta di delitti; tuttavia ad uno di essi si dette il grado di comandante le guardie campestri, al secondo si dette il grado di comandante di una specie di guardia nazionale suburbana, ed agli altri quattro mafiosi si diede quello di capitani della guardia nazionale. (Ilarità).
«Erano tutti mafiosi ed uniti insieme formavano una bella compagnia di armati.
«È qualche cosa d'incredibile, ma ve lo assicuro sotto la garanzia del mio onore oltre ai documenti. Quasi tutti i misfatti che accadevano nelle campagne di Monreale accadevano o colla loro complicità o col loro permesso.
«Queste compagnie erano accampate nelle campagne; avevano delle casine. Ed un funzionario giudiziario ch'era stato, quattro anni colà, in un suo rapporto proruppe in questa esclamazione: qui si ruba, si uccide, si grassa; tutto in nome del reale governo (sensazione).
«Non passava settimana che non si trovasse un cadavere; si procedeva e la sicurezza pubblica metteva innanzi all'autorità giudiziaria o l'inerzia assoluta o impedimenti. Talvolta l'ucciso era un mafioso di seconda mano, talvolta un principale offeso.
«Quando le cose prendevano un aspetto allarmante, la questura chiamava questi caporioni e diceva: ebbene, il troppo è troppo, mantenete le vostre promesse.
«Allora si passava la parola e si faceva un po' di tregua e poi arrestavano una cinquantina di mafiosi d'ultima mano e li costituivano come capri espiatori di tutti i delitti gravi che avevano essi stessi perpetrati e l'autorità giudiziaria doveva sottostare al compito ingratissimo d'iniziare tanti processi, dopo i quali si dovevano mettere in libertà gli arrestati.
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