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      Dio immortale! Che cosa è mai questo se non il caos? Che cosa è mai questo se non il peggiore dei mali; l'ANARCHIA DI GOVERNO innanzi alla quale cento briganti di piú e cento crimini di piú sono un nonnulla e si scolorano?».
      Questa è la voce dell'ultimo magistrato italiano, che abbia sentito tutta l'altezza della missione della magistratura; e da lui che aveva amministrato la giustizia in Sicilia abbiamo appreso che per vincere la mafia si aveva organizzato il peggiore dei mali: l'anarchia di governo!
      Sotto i Borboni a tanto non si era discesi; mancava la libertà; mancava spesso la giustizia; ma nessuno poteva dire che si era arrivati all'anarchia di governo!
      L'anarchia di governo giustificò il governo Negazione di Dio; il governo italiano riabilitò la mafia, che dovevasi distrurre. D'allora in poi non pochi si domandarono se tra i due non fosse meglio accordare la fiducia alla mafia anzichè al governo... Ed ora mentre scrivo, i proprietari di una buona parte della provincia di Palermo la pensano a questo modo e per avere sicuri i beni e la vita pagano volentieri un tributo annuo... al brigante Gandino, che vive da signore facendo le fiche alla giustizia del Regno d'Italia!
      La Camera dei Deputati – oh! quanto diversa da quella di adesso sotto la Destra! – perciò fece bene a negare nel 1875 le leggi eccezionali per la Sicilia al governo, che aveva creato una situazione intollerabile e disonorevole per qualunque società civile; ordinò invece una inchiesta parlamentare che condusse alla importante relazione Bonfadini.


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La Sicilia dai Borboni ai Sabaudi
(1860-1900)
di Napoleone Colajanni
pagine 91

   





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