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La qual cosa fa ancora che manco mi maravigli se rara memoria si trova fatta, per croniche o per annali propri, de li uomini di quel regno, pensando che tutto sia proceduto da le continue mutazioni et esilii e inquietudine de li uomini, che non hanno potuto avere ozio a componere libri; e se qualche ricordo ne è stato fatto, facilmente si estima che li incendi e le rapine da varie nazioni fatte lo abbino estinto. Non voglio però che tal cosa ad escusazione mi vaglia a fine di schivar l'impresa a me data, ma sí bene a qualche giusta venia mi giovi, se non tutte le cose minutamente, come a me incognite, in questi libri comprenderò; assai bene (a mio giudizio) satisfacendo, se de le cose piú degne li piú importanti capi, da molti illustri scrittori estratti al numero di ventiquattro o piú, oltra molti detti al proposito de' nostri iurisconsulti e fedele relazione di alcuni viventi, in questo compendio avrò condotto: non omettendo però di far brevemente special nota di qualche cosa ancora che al detto regno non spettasse, se alcuna ne la narrazione ne occorrerá che di osservazione e notizia sia degna. Del che non credo poter esserne biasimato, sí come neanche ad un peregrino che a qualche determinato loco ha il suo cammino dirizzato, si deve a vizio imputare se, alcuna cittá o degno loco trovando per via, in quello qualche poco si ferma a vederlo, da l'instituto suo viaggio però non mancando. Ma volendo con intelligibile ordine in questa opera ridurre tutto quello che a mia notizia è pervenuto de li gesti e cose fatte e accadute nel detto regno di Napoli, cominciando da lo imperio di Cesare Augusto e da l'anno primo de la nativitá di Cristo insino a questi nostri tempi, estimo non esser fuor di proposito, per evidenza del tutto, nel primo libro con un breve discorso descrivere la grandezza e i confini del regno di Napoli, appresso denotare quali regioni d'Italia sieno quelle che oggi per un sol nome regno di Napoli son chiamate, poi far sommario ricordo de le cittá piú illustri e uomini famosi di quelle, e ultimamente dare piú chiara notizia mi sia possibile de le nazioni e popoli esterni, de li quali in questo epitome occorrerá ragionare, per potere avere nel processo piú chiara intelligenza de le particolari contingenze che d'esso regno scriveremo.
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