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Ma lasciando di commemorare piú de le antiche cittá, una sola magnificenza di edifici, che eccede qualunque altra maraviglia avesse mai provincia alcuna, ebbe Campania vecchia. Perocché tutta quella curvatura e quel golfo, che tra la punta di Miseno e la punta del capo della Minerva a l'incontro de l'isola di Capri anticamente era detta il seno Cratere, il qual per riviera circa cinquantaquattro miglia par che scorra; questo seno tanto fu giá pieno di edifici, di cittá, castelle, ville, palagi, bagni, teatri e moli e simil cose magnificentissime e superbe, e in tanto spessi e continuati l'uno sotto l'altro, cominciando da Baia e procedendo a Bauli, a Lucrino e Averno e Pozzuolo e Napoli et Erculaneo (oggi la Torre de l'Annunziata) e Pompei (oggi Castello a mare) e Surrento, che chi stando in mare questo seno mirava, a guardarlo, non molti diversi lochi, ma solo una grandissima cittá li parea vedere. Del qual spettacolo niun altro piú giocondo, piú suntuoso e stupendo poteva mostrare a' quei tempi il mondo: pubblica iattura e dolor d'Italia vedere ora dal tempo, da terremoti e da le guerre la sua piú bella parte miserabilmente, eccetto Napoli, da ruine sepolta.
Sono ancora nondimeno nel regno molte cittá nobili, le quali ancor che a rispetto de le predette si possono chiamare nuove, per esser non è gran tempo edificate, nondimeno non sono vacue di laude: come è Barletta, fatta da quelli che abbandonorono Canusio, e Fossia per conserva de' frumenti, da' coloni cosí detta per il gran numero de le fosse che ad uso di granari vi sono; e alcune altre non ignobili di Puglia, le quali è incerta fama che da oltramarini albanesi e schiavoni e dalmatini sieno state construtte.
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